domenica 30 agosto 2015

Immagini Sensibili - Esposizione Personale a Carbonia, Cagliari


Dopo l’expo del Pigneto, nell’ambito della collettiva organizzata a "lo Yeti" per i tipi di ArteIntegra, Debora è approdata in quel di Cagliari per una personale nella sua città natale, all’interno della manifestazione artistica dodici12xdodici12, voluta dall’Assessorato alla Cultura, organizzata nella saletta comunale del Portico di Piazza Roma, adiacente il Teatro Centrale di Carbonia.


Photo by Giampaolo Merella

È stato un successo, e non intendo “semplicemente” dal punto di vista quantitativo, anche se il guest book documenta una forte affluenza ed una rara emotività generata dalla visione delle opere, ma è stato un momento in cui si è potuto tornare a parlare di Arte, di Sentimenti e, soprattutto, di crescita attraverso le lenti della Memoria, dell’odore delle Radici e di vere Persone, anziché di ritratti, come ha ben sintetizzato Stefano Fiori sul suo blog:
  

«Grazie per tenere viva la memoria sarda nelle sue tradizioni, nei suoi usi e costumi attraverso gli sguardi, le espressioni, i gesti di un popolo fiero e orgoglioso. Un orgoglio che dovrebbe essere vissuto da tutti come aspetto fondamentale per prendere coscienza che con la cultura e con l’arte si potrebbero creare quei presupposti fondamentali per crescere. Crescere in un modo del tutto sostenibile, ma soprattutto uguale per chiunque vive intensamente la propria vita.


Credo che aver avuto l’opportunità di conoscere la pittrice Debora Diana, originaria di Serbariu che da anni vive e lavora a Roma, mi abbia dato la forza e la volontà di credere ancor di più nelle persone in quanto detentori del proprio destino. Quello stesso destino o in qualsiasi modo lo si possa identificare che l’impegno dell’artista è stata capace di mutare nel paese di Serbariu. Con la sua Arte (perché di arte si tratta) ha arricchito le mura di abitazioni e luoghi come piazze e cortili con alcuni murales rappresentanti la vita di quelle stesse persone che sono capaci di emozionare per quanto sia semplice il messaggio che trasmettono».


Ho visto sguardi sorpresi ed ammaliati, ho ascoltato stralci di ricordi immaginati o rigenerati dalla visione, ho sentito emozioni pure ed ho notato la volontà di superare le abitudini, rappresentata da due bellissime signore che, superando il bon ton che si deve osservare ad un vernissage, sono apparse sulla soglia in costume tradizionale il giorno dell’inaugurazione.


Questo ciclo di Opere di Diana Debora, in effetti, abbattono il velo della formalità rappresentativa, ricollegandosi direttamente a reminiscenze ancestrali, ad una rappresentata bellezza interiore, ad una figurativa emotività, come ha ben raccontato Antonella Meloni Corsini, in arte Shikanu’, nell’introduzione della mostra:


«Al centro dell’espressione artistica di Debora Diana c’è l’amore per la sua terra d’origine, la Sardegna, rappresentata attraverso l’eleganza e il fascino misterioso delle sue donne, avvolte negli antichi costumi ed emergenti da sfondi spesso appena abbozzati.
Sono visioni da sogno, con figure che si sovrappongono ad altre figure o a oggetti che riemergono dal passato ma che si presentano attraverso una matrice pittorica moderna dove i colori seppiati sono capaci di mettere in risalto la componente emotiva e nostalgica di questa mostra da non perdere assolutamente».


Due opere di Debora sono entrate a far parte di collezioni private in questa occasione, la grande "Sartiglia" ed il piccolo ma intenso "Distinti Ossequi"; molte intense fotografie di Giampaolo Merella e di Giorgio Locci documentano che a volte i sogni, diventano realtà.


Subito dopo l’intensa settimana di esposizione, Debora, com’è sua abitudine, ha realizzato un altro murales nella sua Serbariu, l’antica borgata che oggi è completamente inglobata al Comune di Carbonia, ma questo è un altro post…



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